C'era una volta una topolina che viveva in un bosco; il suo nome era Signora Topo. Abitava in un tronco sotto la siepe. Era davvero una casetta deliziosa! Chilometri di corridoi attraversavano in lungo e in largo le radici della siepe, collegando dispense di noci e di grano e varie stanze con ogni tipo di cibo. C’erano anche una cucina, un salotto, una sala da pranzo, un ripostiglio e la stanza da letto, con un lettino a forma di scatola.
L a Signora Topo era la più infaticabile massaia che si fosse mai vista, sempre intenta a spazzare il pavimento. Se uno scarafaggio si inoltrava nei suoi corridoi, lo scacciava senza tanti complimenti. “Sciò! Sciò! Via con quei piedini sporchi!” diceva la Signora Topo, battendo rumorosamente la spazzola sulla paletta. Quando una coccinella affamata oppure un maggiolino bagnato fradicio per la pioggia facevano lo stesso, non esitava a buttarli fuori dalla finestra, ripetendo instancabilmente: “Non voglio piedi sporchi in casa mia!”
Un giorno, al suo ritorno da una gita nei campi, udì un forte colpo di tosse provenire dal suo salotto. Chi era potuto entrare in sua assenza? Era il signor Jackson, seduto vicino al fuoco, che si asciugava i piedi al calore del camino.
-“Come state signor Jackson? Ma santo cielo siete fradicio!”.
-“Grazie Signora Topo. Resterò solo un momento per asciugarmi” disse il signor Jackson. Si risedette sorridendo e l’acqua iniziò a colare dal suo mantello. Contrariata, la Signora Topo gli girava intorno con lo strofinaccio. Siccome sembrava che non se ne volesse andare, la topina lo invitò a pranzo, sperando che quel seccatore tutto bagnato sparisse dopo aver mangiato. Dapprima gli offrì dei noccioli di ciliegia.
-“Grazie…ma io non ho denti” il signor Jackson spalancò la bocca: effettivamente era senza denti. Allora gli offrì dei fiori pelosi di cardo. “Tss, tss, pff, pff!” fece il signor Jackson , soffiando sulla lanugine dei fiori spargendoli per tutta la stanza, tanto che la Signora Topo correva dappertutto con il piumino. “Questo sporcaccione senza denti comincia proprio ad innervosirmi”, disse a bassa voce. “Non vuole i miei noccioli di ciliegia, sparge i miei fiori di cardo per tutta la stanza…e fa il difficile. Sono certa che ora mi chiederà del miele!”.
-“Siete troppo buona, Signora Topo, troppo buona. Ma quello che mi farebbe davvero piacere sarebbe un po’ di miele”.
-“Mi dispiace caro signor Jackson ma non ne ho più”, disse voltando il capo per non far trasparire il suo imbarazzo.
-“Tss, tss, Signora Topo” rispose il signor Jackson con aria maliziosa, “ho sentito odore di miele mentre entravo”.
Il signor Jackson si alzò pesantemente dalla sedia e iniziò a ispezionare le dispense. Poi si inoltrò nel corridoio che portava al granaio.
-“Attenzione, attenzione signor Jackson, restate incastrato…e, credetemi, c’è tanto miele quanti denti avete in bocca!”.
-“Tss, tss, Signora Topo, non c’è miele, non c’è miele dite?...” domandò cercando di entrare faticosamente nella sala da pranzo. -“Ma cos’è questo ronzìo che assorda le mie orecchie? Non sarà per caso un’ape?”.
“Bzz, bzz, bzz” faceva l’ape Betty cercando di sbarrare la strada a Jackson che esclamò: “Ah, io odio davvero le api, hanno il pelo ritto e pungono!”.
-“Vai via di qui brutto rospaccio” urlò Betty.
-“Levati dal mio cammino” grugnì il signor Jackson.
-“Mi fate diventare pazza. Come potrò fare il mio lavoro con tutto questo fracasso?” squittì la Signora Topo.
E ciò che doveva accadere accadde. Con una mossa rapida e imprevedibile, Betty punse il rospo sulla testa, costringendolo a indietreggiare e a scappare urlando, torcendosi maldestramente nei corridoi troppo stretti. La Signora Topo, da parte sua, si affrettò a raccogliere qualche ramoscello e a chiudere la porta delle dispense.
-“Che liberazione!” esclamò sollevata, “quel signor Jackson cominciava a stordirmi! Sicuramente non tornerà più”. Contemplò costernata il suo appartamento in disordine: “Non ho mai visto una simile confusione: fiori di cardo, bava di rospo e impronte di grandi e piccoli piedi sporchi nella mia casa che era così pulita”. Ma si sentiva troppo stanca per iniziare a rassettare, così decise di riposarsi sulla sua sedia a dondolo. Prima di addormentarsi si chiese tristemente: “Riuscirò a far ritornare la mia casa linda come prima? E perché non ho amici che vengano a trovarmi con i piedi puliti?”.
CAPIRE
Uno scarafaggio è un insetto con il corpo piatto e lucido, di colore nero.
Il cardo è una pianta dalle foglie spinose i cui fiori sono così leggeri che volano al minimo soffio d’aria.
Il fracasso è il rumore provocato da diverse persone.
Il maggiolino è un particolare tipo di insetto appartenente alla categoria degli scarafaggi.
DOMANDE
1. Qual era il principale desiderio della Signora Topo?
2. Perché il signor Jackson non poteva mangiare i noccioli di ciliegia?
3. Che cosa fece fuggire il signor Jackson?